INTERVISTA: AthenA

Quello che colpisce AthenA è non solo il suo modo di disegnare psichedelico e allucinatorio ma anche il suo lato femminista, il voler esaltare la lotta delle quote rosa per l’ottenimento delle pari opportunità, testimoniato anche dal voler realizzare stampe digitali di personaggi femminili famosi. Ma parlaci un po’ di te, quali sono le tue origini? E quale sarà l’AthenA del futuro?

Allora, intanto vorrei chiarire che il mio attivismo femminista e politico è molto lontano dalle quote rosa. Gli omaggi alle donne che ho fatto negli anni verranno raccolti in una mostra Revolution is woman, ma diciamo che le lotte e le tematiche che affronto nella mia vita e nella mia ricerca sono molto radicali e di conflitto con il mondo che è da millenni, purtroppo, patriarcale, sessista, omofobo, razzista e capitalista. Faccio parte di vari collettivi artistici e politici e di Non una di meno, movimento transfemminista che da due anni è al centro di un processo globale di lotta alla violenza strutturale in tutte le sue forme (razzismo, fascismo, omotransfobia, violenza di genere, verso migranti, poveri) ed alla società patriarcale e capitalista. Chiarito questo Athena disegna e dipinge dagli anni di scuole. Sono stata affascinata sin da piccola da geometrie, natura e dall’inchiostro. Dal liceo sono stata molto attiva negli spazi sociali, occupazioni ed in generale in movimenti organizzati dal basso. Vengo da una famiglia di compagni e femministe, per cui la politica è nel mio dna. Nel 2003 mi iscrivo ad architettura a Firenze, senza poi terminare anche se devo molto agli anni universitari per quanto riguarda il disegno, e lì mi avvicino definitivamente al mondo dei free party, delle T.A.Z e dei traveller. Inizio un lungo viaggio che mi porterà in lungo ed in largo in Europa e Marocco in carovane di camion e libertà. Ritorno in Italia nel 2013, dopo 7 anni di vita on the road. Torno a vivere a Milano dove entro a far parte di Proprietà Pirata Riot Club, un collettivo milanese. All’interno di questa occupazione fondiamo OX crew, divisione artistica pirata. Organizziamo Exploit, grosso progetto artistico alternativo all’EXPO2015, e dopo vari sgomberi riusciamo a dare comunque vita al progetto grazie alla solidarietà di Macao e Cox18, che hanno ospitato gli eventi di apertura e chiusura. Dopo Exploit torno a vivere a Bologna, dove tutt’oggi abito e dipingo. Athena del futuro non si sa, il bello è l’imprevedibilità della vita.

Ti piace molto ricorrere a motivi geometrici, linee spezzate o curvilinee pur di enfatizzare il forte senso di smarrimento che permea buona parte dei tuoi lavori. Quali sono le tecniche stilistiche che apprezzi di più?

La geometria è centrale nella mia ricerca, per molti anni ho studiato sezione aurea, frattali, e motivi geometrico/naturali. Uso spesso texture ricorrenti, linee, triangoli, puntini. Per tanti anni ho adoperato prevalentemente poster e stencil, perché viaggiando molto preferivo prepararmi tutto prima e poi dover solo attaccare/fare lo stencil che richiede meno tempo di dipingere un murale live con i pennelli. Per quanto riguarda le piccole dimensioni adoro la china, e tutti i miei disegni e stampe, anche quelle digitali sono, di base, fatte con questa tecnica. Utilizzo anche acrilico e acquarello. Una tecnica che ancora non ho esplorato per niente è l’olio, ed anche il carboncino lo uso pochissimo. Mi piace stampare, da tanti anni in serigrafia e da un paio con linoleum e torchio.

Perché hai deciso di partecipare al Ratatà Festival?

Perché da un po’ di anni, prima in giro per l’Europa poi in Italia cerco di partecipare e supportare a festival indipendenti come il vostro. Poi tanti amici mi hanno parlato bene di voi, dunque era d’obbligo venire a trovarvi.

Puoi mandarci un saluto per Macerata e il Ratatà?

Certo, un enorme saluto e ci vediamo presto Rataters!

 

Michele Catinari