Degrado Postmezzadrile, Porcamadoro!

Degrado Postmezzadrile, Porcamadoro!
retrospettiva Nonnu Mario
e presentazione in anteprima  della nuova serie quando eravamo patro’
21-23 aprile a ciclo continuo
presso – Mostramercato Ratatà 4 – Mercato delle erbe, via Armaroli Macerata (MC)

 

 


 

 

 

Mantenendo l’anonimato, come vi presentereste?

Come un manipolo di gente che invece di lavorare dedica un po’ di tempo a pensare fregnacce. Siamo abitanti di questa terra di mezzo, sparpagliati tra costa e collina, attenti osservatori dell’evoluzione/involuzione dell’umanità

Che cos’è il degrado post mezzadrile? Perché questo nome?

Per epoca postmezzadrile intendiamo un periodo abbastanza ampio che ha attraversato mezzo secolo e tre generazioni. Quella dei nostri nonni, dei padri, fino ad arrivare ad oggi. Quindi il boom economico, l’industrializzazione e lo sviluppo commerciale, la crisi, il tentativo di riconvertirsi a fare non si sa bene cosa fino all’incertezza dei nostri tempi. Sommando il tutto, oggi abbiamo una generazione di “studiati”, emancipati dalla terra e dalla manovia, che nel migliore dei casi fanno i commessi. E’ degrado o no?

Com’è nata l’idea di creare il sito e la pagina facebook?

Guardandoci intorno abbiamo condiviso l’opinione che ci fossero molti aspetti divertenti da raccontare: persone, usanze, luoghi belli e brutti. Ci siamo cimentati (non nel senso di insultati, in quel caso è richiesta la doppia c all’inizio, ccimentati) e il successo è stato oltre ogni attesa.

Qual è l’obiettivo che vi siete posti quando avete dato vita a quest’idea?

Fare un sacco de quattrì! Scherzi a parte, non abbiamo fatto piani a lunga scadenza. Abbiamo pensato alle cose che ci divertivano e provato a condividerle. La cosa fantastica è che si è creata una vera e propria identità postmezzadrile. Cosa che a questo punto ci costringe a creare un partito ed entrare in politica, con un solo, nobile e trasparente obiettivo: fà li sordi e commannà.

Il vostro è un modo per raccontare il nostro territorio facendo sorridere. Come avete affrontato un momento come quello dell’emergenza terremoto e dell’emergenza neve?

Pensiamo di averlo fatto con garbo. Con un territorio flagellato da un dramma del genere e tante persone che hanno perduto tutto, ci è venuto naturale rallentare un po’. Abbiamo provato a raccontare, a modo nostro, la dignità della gente marchigiana, i luoghi che fanno parte della storia di ognuno di noi e che il sisma ha lesionato, ma non potrà mai cancellare dalla memoria.

Nel vostro sito ci sono diverse categorie. In particolare i luoghi e le cartoline sono un modo per far sorridere, ma forse anche per far riflettere. Che cosa c’è dietro la vostra comicità?

Degrado postmezzadrile esiste perché tante persone si riconoscono in quello che raccontiamo, magari alzano lo sguardo e in casa ritrovano proprio un esempio del post che abbiamo appena pubblicato. Poi teniamo d’occhio voi giornalisti, sia on line che cartacei. La cronaca spesso fornisce spunti straordinari.

Allo stesso modo gli studi sociologici e l’Accademia de lo sfarrato sono un inno alle tradizioni e alla cultura marchigiane. Quanto è importante per voi mantenere vive queste tradizioni e farle conoscere?

Non è importante, è l’unica cosa che conta! Il dialetto ha una sua dignità che va tutelata. Ad esempio nella nostra chat interna, appena qualche giorno fa, abbiamo scoperto con stupore che uno di noi ignorava cosa fosse la marmellata de pernicù. E’ stato un duro colpo. Ora la Corte suprema postmezzadrile sta valutando se graziarlo (a patto che declini a memoria tutte le sagre mangerecce delle Marche in ordine cronologico) o espellerlo immediatamente

Che tipo di riscontro avete da parte della gente che vi segue?

Fantastico. E’ gratificante che tanti marchigiani all’estero ci scrivano che seguirci è un po’ come sentirsi a casa. All’inizio il materiale che pubblicavamo era tutta roba nostra, ora ci arrivano continuamente spunti, foto e suggerimenti. In pratica abbiamo creato una società collettivista di stampo sovietico. Il Degrado è di tutti

Qual è il messaggio che volete far arrivare alla gente attraverso la vostra comicità?

Primo: che l’autoironia è un tesoro. Se riusciamo a ridere di noi stessi, non finiremo mai di avere motivi per divertirci. Secondo: secondo gli stereotipi il dialetto toscano è piacevole, quello romano è simpatico, il napoletano è caloroso, il bolognese divertente. Perché quello marchigiano deve essere grezzo? Andiamo orgogliosi di chi siamo!

Per concludere, che cosa direste a un post mezzadro?

Tieni duro, non fa ncazzà lu patrò, bbottete de scampi ogni volta che puoi, non fingere di parlare un perfetto italiano se non sei in grado, tanto la T e la D ti tradiranno dovunque tu vada. Noi saremo sempre al tuo fianco

 

 

artwork by Marco Genesio Marinangeli

www.facebook.com/degradopostmezzadrile | degradopostmezzadrile.com