INTERVISTA: Elena Pagliani

Elena Pagliani è una artista molto particolare e poliedrica, riuscendo a passare dai libri illustrati alle raccolte fotografiche. Ma parlaci un po’ di te: quando hai deciso che avresti intrapreso la carriera dell’artista? Come è nata la tua passione?

La passione per il disegno è nata direi per noia: facendo qualche schizzo casualmente mi sono accorta di quanto mi dava soddisfazione l’atto della creazione e i suoi esiti, e di quanto mi interessasse iniziare un procedimento di ricerca e di studio su tutte le possibilità del creare disegnando (e non solo, appunto.) Per me il disegno non si limita solo al risultato definitivo, mi interessa che l’atto in sé sia una vera e propria esperienza, mai uguale a se stessa e né passiva.

Le tue “pieghe” sono, se non sbaglio, una specie di libri illustrati che nascono da fogli di cartoncino colorato poi, ovviamente, piegati. Come nasce questa idea? Sta avendo successo?

Il progetto ‘Pieghe’ è nato nell’ottobre del 2015 (quindi già vecchiotto) – come esperimento di ‘compressione’ di una storia disegnata, in un piccolo spazio vitale che – man mano che si legge – cambia e si deforma: la prima pagina che vedi è un a6, alla fine della lettura hai in mano un a3. Era interessante anche questo aspetto di estrema versatilità del formato pieghevole, oltre ovviamente al concetto estremo di DIY e di produzione a basso costo: sono tutte state stampate con una fotocopiatrice a casa, rifilate e piegate da me, e credo comunque di aver quasi raggiunto il migliaio di copie nel corso di questi anni. La prova che è stato un progetto grafico abbastanza funzionale l’ho avuto quando più aziende commerciali mi hanno chiesto di sfruttare la formula di ‘Pieghe’ con i loro contenuti.

Come mai hai deciso di partecipare al Ratatà Festival?

Il Ratatà Festival è una delle realtà migliori d’Italia a cui mi è capitato di partecipare coi miei lavori; nel 2016 sono stata selezionata per la Call Self Publishing e avere una mostra dedicata mi ha permesso di interagire molto di più con gli organizzatori del festival e con i volontari, scoprendo un’onestà e una potenza di idee davvero meravigliose. Auguro al Ratatà di non fermarsi mai.

Puoi mandare un saluto per Macerata e per il Ratatà?

Ciaone Macerata, prepara il Varnelli che arriviamo.

 

Michele Catinari