INTERVISTA: Francesco Moretti

Francesco Moretti, ex studente del liceo artistico di Urbino, è uno che vuole assolutamente trasportarci in un mondo tutto suo, un mondo in bianco e nero, folle, tragico e deforme. Ci parli un po’ di te? 

Inizierei col dire che ogni tanto sorrido anche io. Il “mondo” bianco e nero, folle, tragico e deforme ( tutti aggettivi stupendi ) che vedete raffigurato nelle mie illustrazioni, è per la maggior parte delle volte uno specchio auto-referenziale e ironico. Mi piace scherzare e mi piace provocare, sia a parole che a colpi di inchiostro. Ho iniziato a disegnare un giorno a caso della mia infanzia, sai, quelle giornate spoglie, dove non fai nulla. Così appoggiai la matita sul foglio e…. entrò papà che esclamò ” Allora sei un Artista ehhh?? ”  Sono commenti che ti segnano a vita, da li in poi non ho più smesso di disegnare. Insomma, non disegno solamente..faccio graffiti, video, suono, canto, fumo, disegno, bevo, disegno…

Ho come la vaga impressione che il tuo genere preferito è il rap e non credo disprezzi neanche il punk rock. Le tue opere riescono a trasmettere bene queste sensazioni, o almeno così è stato con me. Quali sono i tuoi modelli di ispirazione?

Apprezzo che si notino certe sensazioni nei miei disegni, ne sono entusiasta! Ti confesso che sono un appassionato di musica Jazz però come hai notato non disprezzo ne hip-hop ne punk rock, fanno parte della scena in cui vivo, sono le cose che mi circondano e che inevitabilmente mi influenzano. Non ho esattamente un modello da seguire, guardo molti illustratori e fumettisti che mi piacciono, li seguo, cerco di scorgere la loro intuizione, la loro evoluzione e la roba che si fumano.. cerco di seguire un percorso, senza però allontanarmi dal mio. E’ valido come modello di ispirazione un ratto?

Perché hai deciso di partecipare al Ratatà Festival?

Ho partecipato al mio primo Ratatà l’anno scorso, e la situazione che mi ha accolto mi ha anche inghiottito. Il ratto come identità di gruppo e una leadership di formaggio.. Tanto da vedere, tanto da fare, tanto di cui parlare. E’ stato vivere una fucina di idee che mi ha aiutato molto in questo ultimo anno. Mi sono anche divertito tantissimo, gli eventi che accompagnano le serate del festival sono allucinanti e i gusti musicali sono fuori da quello che spesso è il mio contesto. Fortissimo, No? Mi ricordo anche di aver cenato in un ristorante cinese, e finita la cenetta, di essere uscito e aver trovato un ratto morto non appena fuori il locale. Fichissimo.

Puoi mandare un saluto per Macerata e il Ratatà?

Un calorosissimo saluto a tutti i fratelli e sorelle delle basse Marche! Alzate il volume e bandite le trappole per topi!

 

Michele Catinari