Intervista: bru.co

  1. CHI SIETE E PERCHÉ AVETE SCELTO PROPRIO IL RATATA’?

Siamo bru.co, brutto collettivo, un collettivo di poster artist e illustratori abruzzesi.

Veniamo bene o male tutti da Pescara tranne Davide (Dartworks) che è di una città della provincia dell’Aquila.
Abbiamo scelto il Ratatà perché a livello nazionale, secondo noi, non c’è festival DIY e dedicato migliore. Ce n’è per tutti i gusti, tra presentazioni, mostre e stampa e ci siamo detti “perché no?”.

 

  1. COM’È NATO IL VOSTRO LAVORO?

Abbiamo tutti background simili tra accademia e istituti, sfociato sempre o quasi nei lavori per sua maestà la Musica. Stonino e Sergente suonavano anche insieme, Davide faceva bene o male parte dello stesso blocco anche non abitando a Pescara e Franz è arrivato poi a legare tutti con una camicia di forza.

 

  1. COM’È NATO QUESTO GRUPPO? COME LAVORATE AI VARI PROGETTI?

 Il collettivo nasce neanche a farlo apposta dopo lo scorso Ratatà. Lo scorso anno io (Franz) e Davide (Dartworks) siamo saliti in visita di piacere da Pescara. Ci conoscevamo già tutti e 4 ma solo dopo quella gita è scoccato l’ammore vero.
Da quel momento in poi abbiamo piano piano incominciato a darci delle deadline, prima per mostre incentrate sul Bruco, poi per il nostro progetto che stiamo portando in giro per lo stivale, Bru.Vi – Brutti Vinili. Ridisegniamo gli artwork dei dischi più impattanti nel nostro background musicale, li stampiamo, li montiamo in versione 45 giri e mettiamo un disco a sorpresa. Tutto con tono decisamente ironico e ben poco serioso.

 

  1. SE DOVESTE DIRE UNA COSA SOLTANTO CHE RENDE UNICO E RICONSOCIBILE IL VOSTRO LAVORO, COSA DIRESTE?

Credo che la cosa principale che lega i nostri lavori (tra l’altro clamorosamente differenti) oltre all’idiozia, che non fa mai male, sia il misticismo, la psichedelia e la sua ricerca, arrivando ad un equilibrio spesso storto e spesso giusto.

 

  1. COSA VI ASPETTATE DAL RATATÀ? LO CONSIGLIERESTE AD UN VOSTRO “COLLEGA”?

Tutti dovrebbero venire almeno una volta al Ratatà, colleghi e non, anche solo per fare un giro. Tutti dovrebbero dare da mangiare roba buona ai propri occhi e il Ratatà è un pranzo da ristorante stellato. Quest’anno in particolare, non vediamo l’ora di vedere le opere di Jacobs.

 

  1. COME MAI AVETE DECISO DI RITORNARE?

Primo anno da banchettari al Ratatà, ma non primo da guardoni. Non vediamo l’ora di conoscere un bel po’ di gente e di ritrovare un sacco di amici sparsi per lo stivale sotto lo stesso soffitto. L’atmosfera di quei giorni è sicuramente unica, ci sentiamo quasi a casa.