Intervista: Davide Barca

  1. CHI SEI E PERCHÈ HAI SCELTO PROPRIO IL RATATÀ?

Salve, sono Davide Barca, artista poliedrico, illustratore, pittore, autore, cantante. Autodidatta. Sono innamorato dell’arte primitiva, della psichedelìa, della fisica quantistica, del vino buono, della bellezza femminile, della salsa vieja, dei fiori di zucca fritti e di un’infinità di altre cose. Ho scelto il Ratatà perché è un festival super, creato e portato avanti con il cuore, come pochi ce ne sono in giro.

 

  1. COM’È NATO IL TUO LAVORO?

Il mio lavoro è nato con me. Il cammino è stato lungo, dagli scarabocchi da bambino con mio padre, ai disegni sui banchi di scuola, ai graffiti in strada con gli amici storici, ai fumetti, all’illustrazione, alla pittura. L’orizzonte è ancora lontano e pieno di mistero e potenzialità.

 

  1. SE DOVESSI DIRE UNA COSA SOLTANTO CHE RENDE UNICO E RICONSOCIBILE IL TUO LAVORO, COSA DIRESTI?

Il processo. Amando confrontarmi con innumerevoli tecniche e sperimentare molto, quello che rende unico il mio lavoro è il processo creativo, legato al paradosso, alla poesia e all’istinto, in perpetua trasformazione senza perdere identità.

 

  1. COSA TI ASPETTI DAL RATATÀ? LO CONSIGLIERESTI AD UN TUO “COLLEGA”?

Mi aspetto grandi cose, come al solito. E so per certo che non resterò deluso, come al solito. Chiaramente, consigliatissimo.

 

  1. QUESTO È IL TUO PRIMO ANNO AL RATATÀ? (se la risposta è no, segue la successiva domanda.)

No, è il terzo.

 

  1. PERCHÈ HAI DECISO DI RITORNARE?

Devo continuare con i complimenti? Scherzi a parte, per i motivi che ho già spiegato, atmosfera, persone e artisti unici.