Intervista: Diego Bonci

Fra i molti protagonisti di questa quarta edizione del Ratatà, che si terrà a partire dal 20 aprile fino al 23 aprile, troviamo anche lui: Diego Bonci. Da abili ficcanaso abbiamo deciso di rivolgergli qualche domanda in modo da farlo conoscere anche a voi. Enjoy!

  1. CHI SEI E PERCHÈ HAI SCELTO PROPRIO IL RATATÀ?

Sono Diego Bonci. Di giorno soffro da ingegnere impiegato creativamente represso, di notte me la spasso creando universi surreali monocromatici. Ho scelto Ratatà perchè perdere l’occasione di partecipare a un evento che raccoglie così tanta qualità a due passi da casa mia sarebbe stato proprio da scemi…

 

  1. COM’È NATO IL TUO LAVORO?

Da piccolo disegnavo molto, poi ho improvvisamente e inspiegabilmente smesso così come  improvvisamente e inspiegabilmente ho ripreso la matita in mano qualche anno fa, a 30 anni…

 

  1. SE DOVESSI DIRE UNA COSA SOLTANTO CHE RENDE UNICO E RICONSOCIBILE IL TUO LAVORO, COSA DIRESTI?

Bianco e nero. Rifiuto i mezzi toni sulla carta così come il mio carattere odia i compromessi, le contraddizioni, i conflitti latenti e irrisolti, le mancate prese di posizione per paura o opportunismo. Ma siccome la vita è fatta soprattuto di grigi, mi sfogo sulla carta con tonnellate di nero!

 

  1. COSA TI ASPETTI DAL RATATÀ? LO CONSIGLIERESTI AD UN TUO “COLLEGA”?

Mi aspetto un fine settimana pieno di incontri e confronti con chi ha la mia stessa passione e ancora non conosco di persona. O magari già conosco e avrò il piacere di rincontrare. Occasione imperdibile come dicevo, costretto come sono tutti i giorni nel mio ufficio a fare altro! Certo che lo consiglierei.

 

  1. PERCHÈ HAI DECISO DI RITORNARE?

Perché quest’anno ho prodotto diverse cose: ho stampato delle serigrafie, risografie, qualcosa in digitale e anche un paio di magliette. Ma ripeto: l’obiettivo principe non sarà “spacciare” la mia roba, bensì incontrare persone e fare esperienza approfittando della qualità che il Ratatà è riuscito ad aggregare.