INTERVISTA: Giovanni Frasconi

Giovanni Frasconi, nato a Prato e ora residente a Bologna. Affermi di vedere tutto verde, disegnare animali e abbracciare piante. In effetti questo tuo stile alquanto anticonformista, pur mantenendo un legame con la natura, ti rende differente da altri artisti del festival, scegliendo di abbracciare la natura anziché rifugiarti in universi paralleli. Spiegaci le ragioni di questa scelta. 

Intanto grazie mille per le belle parole, personalmente credo che per trovare un mondo in cui ognuno si trovi a proprio agio non si debba per forza fare viaggi astrali, percorrere strade per mondi paralleli o fantasticare su cosa non vediamo o non esiste. Credo che abbiamo tutto già qua a nostra disposizione, per questo attingo dalla natura e dal quotidiano tutti gli spunti necessari per inventarmi ambientazioni e personaggi. Ho sempre avuto questo trascendente contatto col mondo naturale, mi affascina, mi diverte, mi emoziona. Forse gli animali e le piante sanno molte più cose di noi ma non vogliono dirci i loro segreti. Ma io ci provo a interpretarli e a farli miei!

Come William Blake, hai deciso di realizzare un testo in cui abbinare poesie e disegni, ossia “Come se tu ci fossi ancora”. Pensi che questa strada possa indicare un nuovo percorso per l’artista Giovanni Frasconi? 

Non mi sono mai definito uno scrittore, e lungi da me volerlo essere. Mi è capitato spesso di scrivere racconti immaginati, che sono rimasti celati nei miei quaderni. Spesso e volentieri sento l’esigenza di dare forma ai pensieri, buttandoli e scrivendoli su carta, progetti di poche frasi, battute ironiche, parole che destabilizzano, ma questa credo che sia la prima pubblicazione in cui la parola ha un ruolo di rilievo. “Come se tu ci fossi ancora”, sta facendo il giro dell’Italia in eventi, librerie e festival, e per fortuna sta riscontrando, con mia sorpresa, buoni riscontri. Quindi sì, credo che vorrò sviluppare ancora di più questo aspetto, non in lunghi racconti, ma solo semplici frasi che possano dare sensazioni velate e spunti di riflessione, in cui ognuno arricchirà con il proprio vissuto personale.

Spiegaci perché hai deciso di partecipare al Ratatà Festival 2018.

Conosco Ratatà da diversi anni, venni alla prima edizione e mi è sempre rimasta la voglia di tornare. Penso che per certi punti di vista sia un festival lontano dalle mie corde e proprio per questo mi incuriosisce ancora di più, vorrei confrontarmi con realtà distanti da me, ma non così troppo!

Infine, ti chiediamo di mandarci un saluto per Macerata e per il Ratatà Festival!

Ciao Macerata, ci rincontreremo finalmente dopo anni e anni, propongo scampagnate abbraccia -alberi a tutti quelli che vogliono, durante il Ratatà. Passatemi a trovare e ci organizziamo!

 

Michele Catinari