Intervista: Les Friches

Fra i molti protagonisti di questa quarta edizione del Ratatà, che si terrà a partire dal 20 aprile fino al 23 aprile, troviamo anche questo collettivo: Les Friches. Da abili ficcanaso abbiamo deciso di rivolgere loro qualche domanda in modo da farveli conoscere. Enjoy!
Les Friches è un’associazione culturale che nasce dall’idea di Daniela Brascugli (architetto), Roberta Trovato (architetto) e Samanta Ubaldi (laureata in scienze della comunicazione) a Macerata nel 2011. La scelta di questo nome è legata alle teorie del paesaggista francese Gilles Clement e al significato del termine friche che sta ad indicare le “aree abbandonate dall’uomo”, gli spazi incolti del pianeta che costituiscono i territori rifugio per la diversità, elemento fondamentale per la sostenibilità ambientale e sociale.

Les Friches si occupa di progettare e realizzare laboratori per lo sviluppo del pensiero creativo e del fare manuale, rivolti a bambini e adulti, collaborando con altre associazioni, enti pubblici e privati.

Molti dei vostri progetti hanno a che fare con bambini e bambine: che importanza hanno nella scelta del tema e nei modi di realizzazione dei vostri progetti?

Le nostre attività laboratoriali e alcuni dei nostri percorsi di progettazione partecipata e autocostruzione sono pensati, progettati e realizzati per i bambini e le bambine di diverse età. Ogni iniziativa messa in campo, quindi, tiene conto della specifica fascia d’età alla quale ci si riferisce, e conseguentemente a questo, si progettano attività calibrate su di loro al fine di stimolarne l’autonomia, il pensiero progettuale creativo, l’apprendimento spontaneo attraverso il gioco e/o il fare manuale. #LesFrichesStyle, quindi l’approccio che caratterizza il nostro lavoro, è una dinamica piuttosto fluida che si costruisce in contrattazione costante con il bambino e la bambina. Progettare situazioni e contesti in cui il bambino interagisce in autonomia con oggetti e materiali agevola una cultura pedagogica in costante ridefinizione fondata sul rapporto tra materiali e bambini, considerati soggetti attivi e costruttori di conoscenze e apprendimenti. Il nostro ruolo, quindi il ruolo dell’adulto, è quello di osservatrici, sempre attente alle esigenze del bambino e alle sue piccole o grandi conquiste.

Quali sono i materiali utilizzati per la realizzazione dei progetti?

Il gioco con materiali di riuso e destrutturati, non comportando un uso stereotipato,univoco e sessualizzato degli oggetti proposti bensì stimolando una pluralità di operazioni scevre da dinamiche precostituite o infantilizzate, agevola il pensiero progettuale creativo o l’impulso costruttivo e esplorativo presente nei bambini, soprattutto nella fascia d’età 0-6. Per questo noi abbiamo sempre trovato interessante ideare progetti ed attività partendo dal materiale di riuso, in prevalenza carta, cartone, carte da parati, campionari di stoffe e filati,ecc. domandandoci come questi potessero poi diventare agenti educativi per i bambini e non solo. L’adulto non deve spiegarne l’utilizzo ma semplicemente posizionare i materiali in un ambiente e presentarli ai bambini in base alle diverse fasce d’età, perché saranno poi i materiali stessi a parlare e dialogare con chi entra in contatto con essi. Ciò che fa la differenza pertanto è il modo in cui essi vengono presentati e disposti.

Come viene percepito il vostro operato dagli ambienti urbani che rivitalizzate e a cui date nuovo valore?

In due progetti che passano sotto il nome QUIsSI GIOCA! abbiamo ripensato degli spazi a verde pubblico attraverso delle dinamiche partecipative. Il primo realizzato a Macerata nel 2014 ha interessato un’area del quartiere Pace di Macerata, e ha coinvolto grandi e piccini in un percorso anche di autocostruzione. In sei appuntamenti gli abitanti del quartiere e altri nostri soci, dai 20 mesi in su, hanno realizzato un labirinto di superficie utilizzando materiali vari provenienti dal vivaio comunale (ex recinzioni, palizzate dismesse, tronchi recisi, resti di potature, ex pietre da pavimentazione). Il secondo realizzato in due anni (2015- 2016)con i bambini e le bambine delle classi quarte della scuola primaria “Anna Frank” dell’Istituto Comprensivo “Vincenzo Monti”del Comune di Pollenza al fine di ripensare un’area verde nei pressi dell’area ad interesse culturale di Rambona. Durante i due anni di attività, i bambini e le bambine coinvolti, sono passati dall’analisi in aula di attività e percorsi da fare all’aperto, all’osservazione dell’area, la sua misurazione, fino alla progettazione vera e propria. Noi abbiamo interpretato il materiale disponibile coniugando funzionalità, estetica e sostenibilità, ambientale ed economica. Ne sono venuti fuori dei dispositivi ludici lineari e semplici in armonia con la natura e in rispetto delle idee progettuali dei bambini. Domenica 24 aprile 2016 è stato inaugurato il parco QUIsSI GIOCA!. In entrambe le esperienze abbiamo notato un grande entusiasmo dei partecipanti durante lo svolgimento dell’iniziativa. Ma mentre nel progetto pilota di Macerata gli abitanti si sono presi cura di quel luogo che ancora frequentano e vivono con sempre rinnovato interesse, non possiamo dire lo stesso per Pollenza, dove una certa mancanza di organizzazione ha portato i dispositivi ludici realizzati dai progetti dei bambini ad uno stato di graduale abbandono. Questo a testimonianza del fatto che non sempre i percorsi di progettazione partecipata portano verso risultati virtuosi, pur partendo da nobili basi; ci vuole sempre e comunque una forte volontà politica e sociale degli amministratori e dei cittadini.

Avete realizzato numerosi progetti, l’ultimo fra i quali è QUIsSI CRESCE, iniziato nel 2015. Vi piacerebbe soddisfare la nostra curiosità parlandone un po’?

QUIsSI CRESCE! è un progetto di valorizzazione degli spazi all’aperto didattici dei cinque nidi comunali di Macerata attraverso un percorso biennale (2016/2017) di progettazione partecipata, formazione e auto- formazione che coinvolge bambini, educatrici e genitori, amministratori e tecnici comunali.

La peculiarità del progetto si basa su un diverso concetto di spazio in forte connessione con l’ambiente urbano in quanto le strutture comunali si trovano al centro della città. In questo senso anche la partecipazione comprende più livelli di relazioni dal bambino all’educatore alla famiglia, alla città.

L’ottica è quella di costruire una cultura, una visione di spazio educativo e di città al contempo. Motivo per cui il progetto punta fin dalla sua nascita più che alla costruzione di grandi opere o ristrutturazioni a stimolare il confronto dialogico su ciò che è uno spazio, sulle sue caratteristiche tra potenzialità e limiti partendo dall’osservazione dell’esistente. A sostegno di questa idea di lavoro è stata pensata una strutturazione e una durata del progetto su due annualità: un anno centrato sulla riflessione e riorganizzazione dello spazio stesso (prevedendo anche alcune migliorie); e il secondo volto alla formazione condivisa tra i soggetti coinvolti.

Un aspetto non secondario è lo stimolo che questo progetto ha dato spostando l’attenzione dallo spazio alla persona e al suo benessere. Riflettere su “ciò che fa bene” è la connessione naturale tra interno ed esterno, tra adulto e bambino, tra genitore e educatore. È così che una riflessione sullo spazio diventa strumento di promozione per un’idea diversa di bambino come persona, più autonomo, più responsabile, più libero e consapevole, cittadino ideale per una società accessibile e democratica.

Anche voi quest’anno farete parte degli espositori per la quarta edizione del Ratatà. Avete avuto delle precedenti esperienze con il Festival oppure è la prima volta che partecipate? Cosa vi ha spinto a farlo?

Conosciamo il Ratatà già dalla sua prima edizione e sempre abbiamo partecipato come espositori. Parallelamente a quella che è la nostra attività laboratoriale e formativa abbiamo portato avanti, già dal 2011, un percorso legato al fare a mano. Nasce così Les Friches fattoamano, etichetta di prodotti di eco-design, “pezzi unici” ideati, progettati e realizzati a mano da noi per bambini ed adulti. Proprio questi prodotti saranno presenti durante i giorni del festival.

Troviamo questo ambiente particolarmente interessante e stimolante, per questo abbiamo deciso di esporre i nostri manufatti durante i giorni del festival. Durante Ratatà si respira un’aria particolare, fatta di creatività, contaminazione, confronto e bellezza, non volevamo assolutamente perdere questa preziosa occasione. Le idee preziose vanno sostenute così cerchiamo di contribuire alla crescita di questo meraviglioso festival.

Cosa ci mostrerete quest’anno?

Quest’anno porteremo alla mostramercato un piccolo assaggio della stagione primavera/estate targata Les Friches fattoamano. Alcuni oggetti sui quali già stavamo ragionando e altri che invece vedranno la luce proprio per questa occasione. Un ragionamento sulle carte e le piegature, tra cahier e bijoux.

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