INTERVISTA: Pica disegni al cianotipo

Ormai quasi giunto al suo sesto anno di vita, Pica nasce da una idea del disegnatore Carlos Lalvay Estrada e del tecnico della stampa antica Pietro Repetto. Ma in che cosa consiste questa fusione di idee? Tra i progetti che avete realizzato, quali sono stati quelli che vi hanno dato maggiori soddisfazioni?

Ciao Ratatà! Fusione è la parola giusta, siamo diventati oramai una specie di supersayan che è composto da due anime molto diverse che, come spesso avviene, trovano l’una il completamento nell’altra: gli abissi inconsci di Carlos che vengono fissati e riprodotti  grazie alla precisione e alle conoscenze tecniche di Pietro, tecnico della stampa fotografica antica. La cianotipia lo “strumento” scelto. Le soddisfazioni di questa “fusione” iniziano a vedersi ora: dopo un pò di anni abbiamo infatti una schiera di amici, sostenitori e “ammiratori” che ora che abbiamo aperto il nostro nuovo laboratorio/atelier vengono a trovarci sempre più spesso, interessati alle evoluzioni del nostro progetto.

Dando una sbirciatina sulla vostra pagina Facebook ho notato che molte delle vostre opere, molto carine e vivaci, sono rigorosamente blu. C’è un motivo dietro?

Il blu è un colore che ci ricorda le nostre origini di animali marini e di uccelli volteggianti nel cielo e quindi … scherzo, uno dei due sali di ferro con cui fotosensibilizziamo i fogli contiene il pigmento del blu di Prussia e da lì non si scappa!

Perché avete deciso di partecipare al Ratatà festival?

Perché ogni anno che veniamo qui è sempre più bello! Conosciamo persone e collettivi stimolanti che ci danno un sacco di idee che ci portiamo dietro per un bel po’! La settimana dopo il Ratatà per esempio saremo a Firenze presso un bellissimo circolo, L’Appartamento, per portare il nostro workshop di cianotipia!

Potete mandare un saluto per Macerata e il Ratatà?

Ciao Ratatà!!! E grazie per averci accolto nuovamente!!!!!!!!

 

Michele Catinari