INTERVISTA: Salvatore Liberti

Salvatore Liberti vive e lavora a Napoli. Laureato in lettere, afferma di aver iniziato a disegnare per puro caso. Ma noi del Ratatà vogliamo di più da te! Quali sono state le cose che ti hanno maggiormente ispirato all’inizio della tua carriera? Che cosa ti ha spinto effettivamente a disegnare?

Esatto, è nato tutto un po’ per caso. Era un momentaccio in verità, continuavo a perder tempo in cose che sapevo non mi avrebbero portato in nessun posto. Ma procediamo con ordine. Ho sempre avuto una grande passione per le immagini, dalle foto raccolte negli album di famiglia cercando sempre di cogliere un particolare nuovo alle pubblicità nelle riviste, passando per i video musicali, agli scorci delle passeggiate lente o a quelli delle mie fughe in bicicletta; mai avrei pensato però di fare uscire fuori da me questo mondo a colori; lo tenevo nascosto. Leggevo un sacco, studiavo poco. Spesso sceglievo il libro dalla copertina (maledetti gli strateghi del marketing). Le storie iniziavano a starmi strette tra le pagine. Un giorno ho disegnato, una volta, un’altra e poi un’altra ancora. Le immagini erano uscite fuori, avevo le mie copertine; piacevano ai grandi, ai più piccoli e a Benedetta. Era quello che avrei voluto fare.  Adesso devo far funzionare tutto al meglio non ho mica messo il paracadute ‘sta volta.

 I tuoi lavori sono estremamente vivaci e colorati, dritti al punto, senza mai cercare la psichedelia eccessiva. Chi sono attualmente gli autori che apprezzi maggiormente? E quelli con cui hai collaborato o collabori tuttora? 

Il mio lavoro è di traduzione e sintesi, alle volte è un po’ complicato cercare di essere evocativo con pochi segni.  Mi piace che il messaggio arrivi come una freccia, diretto,  lasciando comunque spazio a chi osserva di aggiungere un pezzo della propria storia all’immagine. Non ho avuto una formazione artistica accademica, ho cercato tuttavia di rimediare con l’immaginario di Paul Jacoulet – Jacob Lawrence – Mary Fedden- Cagnaccio di san Pietro – Tano Festa – Guttuso René Mederos –  Henri Rousseau.  Attualmente collaboro con un bravo artista e un abile stampatore Gianluca Patrizi.

 Perché hai deciso di partecipare al Ratatà festival?

Lo scorso anno è stato magnifico e non vedo l’ora di ritornare. Ho trovato grande accoglienza, dell’ottimo vino e nuovi amici. L’idea che una cittadina come Macerata possa essere invasa da mostre di importanti autrici e autori, workshop e da bravi artisti emergenti mi fa avere speranza,  le rivoluzioni culturali e sociali hanno assoluto bisogno della bellezza.

Manda un saluto per Macerata e il Ratatà!

il mio personale saluto a Ratatà è musicale e ho scelto un gruppo che porta quasi lo stesso nome, ci si vede lì!   https://www.youtube.com/watch?v=f7wkRET0hbo&list=RDf7wkRET0hbo&t=111

 

Michele Catinari