INTERVISTA: Snem

Chi è SNEM? Chi si cela dietro questa bizzarra identità? Per ora sappiamo, anche alla luce del tuo profilo Instagram (che sta avendo anche successo), che sei un artista poliedrico, che passa dalla realizzazione di figure antropomorfe a foto successivamente modificate e persino opere su tela. 

A questa domanda non so rispondere; posso dire che mi limito ad osservare quello che ho intorno e a sperimentare per quanto mi è possibile.

Chi è l’autore di SNEM? Ce ne parli o vuole essere una entità segreta?

Elogio dell’errore, celebrazione dell’informe, supremazia del nulla nel costituirsi della coscienza. SNEM è tutto questo, è cattivo gusto, è malformazione e malattie congenite, è l’intento di contrapporsi ad una società dove l’idea di “bello” è ossessiva e la sua accettazione è categorica. Generalmente lavoro in città in modo non autorizzato, quindi preferisco rimanere anonimo.

Quale è il messaggio che vuoi lanciare? Come ti vedresti tra qualche anno?

Cancellare, eliminare, distruggere, rompere, irrompere, errore, amorfo, informe, imperfezione.

Perché hai deciso di partecipare al Ratatà festival?

Sono venuto l’anno scorso per la prima volta e ho deciso di tornare, perché penso sia uno dei festival più fighi in Italia, dove si ha la possibilità di conoscere tanti artisti e si respira un bel fermento culturale.

Cosa porterai di nuovo rispetto all’anno scorso?

Quest’anno ci saranno le mie prime serigrafie, una stampata da Athena e una da Subseri. Poi ho in serbo una sorpresina per Macerata, ma non dico altro.

Perché non mandi un saluto per Macerata e il Ratatà?

Mando un saluto a Nicola Alessandrini e i compagni di banco Solero, Noemi Vola e il collettivo Guerrilla Spam. Ci vediamo alla Paratatà.

 

Michele Catinari