Miles Cooper Seaton

MILES COOPER SEATON LIVE
SERATA ITINERANTE RATATÀ
Giovedì 12/04 

DALLE ORE 23.00
Civico 37, Corso della Repubblica, 37

 

MILES COOPER SEATON (AKRON / FAMILY)

MILES COOPER SEATON è un cantante, compositore, polistrumentista di base a Los Angeles.
Sul finire degli anni ’80, ai tempi dell’high school, trasloca con la famiglia a Seattle dove inizia a suonare e cantare in varie formazioni locali punk/noise e hardcore. La svolta per Miles arriva nel 2002, quando approda a New York e si avvicina al’arte contemporanea e alla scena musicale più ricercata e avventurosa. Qui, nell’esplosivo neighborhood di Williamsburg, fonda insieme a Dana Janssen, Seth Olinsky e Ryan Vanderhoof la Akron/Family, band (o meglio: collettivo) che impiegherà poco tempo a farsi notare ben oltre i confini dei quartieri più cool di New York e a stregare mr. Michael Gira (Swans), inducendolo a pubblicarne i primi lavori per la sua Young God. In meno di dieci anni, dal 2005 ad oggi, il collettivo ha realizzato 7 dischi, in cui hanno progressivamente spostato le coordinate della loro musica, pur mantenendo un’attitudine unica e riconoscibile: il folk bucolico degli esordi e la vena sperimentale e psichedelica dei lavori successivi all’abbandono di Ryan Vanderhoof, le delicatezze acustiche e le armonie vocali che si alternano a divagazioni kraut-rock, gli echi africani e le lunghe session improvvisate, sono i marchi di fabbrica di un progetto tra i più stravaganti e imprevedibili dell’intera scena underground contemporanea, e che ha portato i nostri a collaborare e suonare dal vivo con aritsti del calibro di: Michael Gira, Keiji Haino, William Parker, Hamid Drake, the Sun Ra Arkestra…

L’anno in corso segna per MILES COOPER SEATON una momentanea pausa dagli Akron/Family. Ha da poco terminato un album solista, “Phases in Exile” (in via di pubblicazione nei prossimi mesi) nelle cui canzoni rivive l’intensità del disco d’esordio della band madre, e si è dedicato a progetti particolari e installazioni sonore debitrici della ambient/drone music più estatica e minimalista. Nell’imminente e lungo tour italiano troveranno espressione le varie sfaccettature della sua musica e delle sue radici culturali, che mescolano elementi trascendentali e le qualità intuitive e spirituali di diverse tradizioni con i valori viscerali e conflittuali dei movimenti artistici punk e della controcultura. Non mancheranno inoltre incursioni nel repertorio Akron/Family, e in particolar modo in quei brani che portano la sua firma.

Questa la presentazione del tour italiano nelle parole dello stesso Miles:

“Prima delle registrazioni, c’erano le canzoni.

Molto prima della nozione di ‘pop music’, amici ed estranei erano soliti sedersi insieme sapendo che i suoni generati con le loro ugole, le loro mani, i loro corpi avrebbero reso l’aria che c’era tra loro lo spazio più intimo, magico e trasformativo dell’universo. Almeno per un po’.
Con questa serie di concerti voglio rivisitare il concetto di “performance” musicale, intesa come un’esperienza che viene condivisa e che accade in un tempo e luogo specifico, finito. Un’esperienza che è andata per sempre non appena l’ultima nota declina.
Nell’’ultimo anno, in una pausa da Akron/Family, ho scritto e suonato musica principalmente per (una sola) voce e chitarra elettrica processata, mischiando un metodo compositivo ispirato al minimalismo e all’idea di paesaggio sonoro con qualcosa di molto diretto, sincero e lirico. Le immagini del deserto occidentale americano erano in prima linea nella mia testa. Prima di buttare giù le bozze delle mie nuove canzoni ho trascorso sette giorni guidando da Los Angeles alla North Carolina, fermandomi al Grand Canyon, incrociando la riserva Navajo e la Monument Valley in Arizona, per poi visitare la famiglia sulle montagne del New Mexico e attraversare senza sosta il Texas. Poi ho fatto marcia indietro, sono tornato a casa e ho finito quelle canzoni. Il paesaggio evocato negli “Shaker Loops” di John Adams o nelle pièces di Steve Reich per percussioni e organo invita la nostra immaginazione a collocarci psichicamente in quel vasto spazio aperto. In modo simile, la voce nelle mie canzoni è la vostra guida in quello spazio. Poi, a un certo punto, ti lascia contemplare il canyon spalancato di fronte a te e tutta la tua consapevolezza fisica, psichica ed emotiva dello spazio fa posto alla comprensione che tu non sei semplicemente DENTRO quella vastità, tu SEI quella vastità”

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