Morden Gore

 

Quando: venerdì 21-04-2017,  ore 16:00                      Dove: Sottopasso Sferisterio

 

BIOGRAFIA E POETICA

(www.MordenGore.com)

Morden Gore” nasce nel 1996 nelle pericolose strade dei sobborghi più malfamati di Macerata, spinto dall’irrefrenabile esigenza di esprimere il disagio di vivere in luoghi così infidi. Da quel tempo non si è più fermato e le strade e i muri di Macerata e dintorni hanno incominciato a raccontare le storie maledette di cui erano testimoni ogni giorno. Ricercato dalle forze dell’ordine da più di un decennio è considerato il writer più pericoloso e prolifico delle Marche.

“Ironia a parte, sono un writer da oltre 20 anni e ho sempre dipinto in clandestinità. Trovo che dipingere la propria città, integrando i propri disegni al contesto, immaginando che sia una grande tela tridimesionale, dia sensazioni uniche e risultati a volte strabilianti. C’è poi la speranza che la gente rimanga stupita e colpita dalla tua creazione che il giorno prima non c’era. Capisco che è una forma d’arte aggressiva, ma non lo è ancora di più la cementificazione, l’abusivismo edilizio, i manifesti elettorali appesi senza regole, le tante brutture che siamo costretti a vedere e vivere ogni giorno?

Il mio motto è ” un artista smette di essere tale nel momento in cui crede di esserlo”. Questo perché voglio conservare la naturalezza del bambino che prende il pennarello e scrive sui muri di casa, sul divano, sui vetri e sulle tende. Fondamentalmente è quello che faccio ancora a 36 anni!

Le rivolte avvenute quasi all’unisono nell’Africa del nord, la caparbietà delle donne africane e mediorientali, sono le tematiche che oggi mi spingono a creare. L’uomo è costantemente in guerra, a volte vera, reale, devastante, altre volte mentale, metafisica, cercata. Ha bisogno della guerra per colmare il vuoto che si crea per mancanza d’amore. Solo la donna può colmare questo vuoto, scendendo anch’essa in guerra, lottando per cambiare le costrizioni a cui è sottoposta. Sognando una nuova primavera, una nuova alba, un nuovo mondo. Ho voluto omaggiare quella parte di donne a cui è affidata questa sfida. Donne arabe e africane, colte nello sguardo più sognante e combattivo da cui traspare la consapevolezza della rivoluzione come unica arma di cambiamento culturale.

Rivoluzione come arma d’istruzione.”