INTERVISTA: Billy Brandy Autoproduzioni

Caterina Cappelli è una giovane illustratrice e, soprattutto, artista che si distingue per uno stile molto vivace, grazioso e colorato. Dalle sue opere e le sue bozze traspare un amore per il fantasy e l’animazione in generale, tant’è che alcuni tuoi disegni mi hanno fatto rimembrare i film di Enzo d’Alò. Quando ti appassioni al disegno? Come è cambiato nel tempo il tuo stile?

Ho cominciato a disegnare relativamente tardi, in seconda media, quando un giorno mia mamma mi ha portato il primo dei volumetti di una raccolta della Disney per imparare a fare i fumetti. E’ sbocciata così la mia passione, che non si è più fermata, e da lì in poi la scelta delle scuole successive è stata quasi obbligata: liceo artistico prima, e Accademia di Belle Arti poi, per non parlare delle estati passate a fare corsi di fumetto, illustrazione e animazione. Il mio stile si è evoluto moltissimo dagli esordi (e sicuramente non ha ancora smesso) in cui, anche a causa dei volumetti sopra citati, era più “witchoso” e anche più dark in un certo senso (sarà stata l’adolescenza?). Tuttavia negli anni mi sono resa conto di amare le linee fluide e la sintesi delle forme, che mi permette di concentrarmi di più sulla composizione e, soprattutto, di filtrare maggiormente il mondo attraverso i miei occhi. I colori chiari delle mie opere non indicano necessariamente una mancanza di dramma, quanto, forse, una grande voglia di positività. Credo che riuscire ad essere felici nonostante tutto sia l’obiettivo migliore che si possa raggiungere nella vita, e spero con i miei lavori di aiutare la gente ad avvicinarsi allo scopo almeno un pochino.

 

Al Ratatà Festival sei sotto il nome di Billy Brandy autoproduzioni. Spiegaci meglio cosa è.

Billy Brandy è l’adorato, grasso e sfacciatamente longevo pesce rosso che vive (spero contento) a Casa Cappelli. Io e le mie sorelle gli vogliamo bene quanto fosse un cane, e siamo sicure lui ricambi, visti i graziosi balletti con cui ci delizia quando ci avviciniamo all’acquario. E’ una presenza silenziosa e costante, e senza di lui in famiglia ci sarebbe un vuoto! Così ho deciso di rendergli tributo intitolando a lui le mie autoproduzioni!

Perché hai deciso di partecipare al Ratatà festival?

Negli ultimi anni ho scoperto il vasto mondo delle autoproduzioni. Mi affascina moltissimo la sperimentazione, l’incredibile libertà  narrativa e stilistica che scopro in questo mondo. Io personalmente non possiedo le audaci inclinazioni artistiche delle fanzine che più ammiro, però sono una grande lavoratrice, non c’è un momento in cui non stia lavorando a un qualche progetto e ormai ne ho accumulati un pochini. Abbastanza da prendere coraggio e decidere di confrontarmi in prima linea con altri giovani autori. E chi chissà…potrei avere qualche bella sorpresa!

Puoi mandare un saluto per Macerata e il Ratatà?

Certo che mando un saluto a Macerata, un piccola città stupenda che ho già avuto modo di visitare e della quale consiglio sempre la visita ai miei amici! Sono davvero contenta di avere l’occasione di tornarci, soprattutto durante la frizzante ricorrenza del Ratatà, che spero seriamente di vivere appieno! Un intero festival dedicato all’editoria indipendente è bellissimo e sorprendente e, anche se non ho mai avuto il piacere di parteciparvi prima, gli faccio i miei più sinceri complimenti!

 

Michele Catinari