INTERVISTA: Elena Guidolin

Elena Guidolin si laurea al DAMS di Bologna con una tesi in storia dell’arte contemporanea e poi frequenta un master di illustrazione fumettistica presso l’Accademia di Belle Arti. Hai una lunga esperienza alle spalle, ma quello che vorrei chiederti è un’altra cosa: come nasce la tua passione per la storia dell’arte? Quando hai deciso che saresti diventata una illustratrice?

Pensa che, uscita (quasi) indenne dall’esame di maturità, volevo iscrivermi a Matematica! Mi immaginavo già impegnata nel costruire affascinanti astrazioni e nuovi modelli di mondo, il tutto senza pagare le tasse del primo anno. Avuto modo di ridimensionare le mie aspettative – e forte di un’infanzia in cui ogni muro imbiancato era un foglio da sporcare -, ho pensato di rivolgermi ad altri “costruttori”: “buoni maestri” che mi insegnassero ciò che non sapevo di voler fare e come provare a farlo. Insomma, nel DAMS ho cercato l’occhio, nell’Accademia la mano e le misure.

 C’è qualche tecnica in particolare che ti interessa maggiormente?

Al momento sono invischiata in un pastone di china nera e fogli ruvidi, pronta alle conseguenze, interessatissima alla stampa calcografica ma senza la pretesa di capirne qualcosa.

Parlaci di questo tuo progetto dal titolo “cucinacrudele”. Ho visto alcune tue rappresentazioni su Instagram e posso dire che sono molto interessanti. Personalmente ricordano molto le opere dell’avanguardia Die Brucke, soprattutto le pitture di Kirchner. C’è qualche artista classico che ti ha ispirato maggiormente?

La “cucina crudele” racconta di uomini che si mordono tra loro con la pancia piena di lenticchie e di come il cibo, alla fine, riesca sempre a vendicarsi; di come, quindi, anche i disegnetti possano risultare indigesti. Da ragazzina copiavo i segni nervosissimi di Egon Schiele e mi facevo, sì, prendere a schiaffi dall’Espressionismo tedesco. Mi piaceva il trattamento dei corpi, sembravano campi di battaglia o deserti che aspettano un’invasione.

Perché hai deciso di partecipare al Ratatà Festival?

Perché è tra i festival più tosti e a cui voler bene davvero – ne sono convinta pur essendo Gemelli con Luna in Aquario.

Puoi mandarci un saluto per Macerata e per il Ratatà?

Vedi sopra, provo a cavarmela così:

A prestissimo!

 

Michele Catinari