INTERVISTA: Federico Fabbri

Federico Fabbri si identifica come illustratore radicalizzatosi sui banchi di scuola e già noto alle forze dell’ordine. Quindi sei un tipo pericoloso! Ma spiegaci da cosa trai ispirazione per i tuoi manifesti o per le tue illustrazioni in generale. 

Come potrebbero risponderti in molti ti dico che traggo ispirazione dalle facce che vedo, dalla musica che ascolto, dalle storie che sento. Mi piacciono le cose che non esistono, gli sconvolgimenti, la dirompenza, la fotta pazza che le immagini possono riuscire a trasmettere.

Quindi sei uno molto attento a ciò che ti sta intorno e ai cambiamenti sociali. C’è un tipo di musica in particolare che ti piace di più?

Si, sicuramente, cerco/credo/spero di rappresentare immagini che trasmettano voglia di ribaltare l’esistente, gioia folle e energia birbacciona. Vorrei che a un bambino che guarda i miei disegni gli venga voglia di correre con le forbici in mano, di disubbidire alla maestra, di evocare il demonio e schifare le uniformi. Per quanto riguarda la musica, vorrei evitare di risponderti “un po’ di tutto”, quindi ti dico quello che ho ascoltato oggi: Travis Scott e dei nasheed (son dei canti islamici) che ho trovato a caso su youtube.

Quando hai iniziato ad appassionarti al disegno? Inoltre ti faccio i miei complimenti perché ho riso di fronte ad alcune tue vignette umoristiche. 

Ero un bimbetto, guardavo i disegni e disegnavo, ora pure.

Quindi eri, e sei tutt’ora, un bimbetto talentuoso! Guardando il tuo profilo Tumblr ho notato che hai lavorato molto nella realizzazione di manifesti dove hai mostrato uno stile alquanto psichedelico e, ovviamente, tutto personale. Quanto ci hai messo per farti notare come artista?

I primi lavori che ho fatto quando ho cominciato ad approcciarmi in modo più professionale al mondo dell’illustrazione sono stati proprio manifesti per eventi musicali, sono andato avanti per un paio di anni realizzandone una marea, circolavano molto e il fatto che li facessi con frequenza mi permetteva di bombardare i social di miei lavori e quindi di arrivare a tante persone, nello stesso periodo ho cominciato a spostarmi in giro per l’italia per festival di autoproduzione, concerti e varie situazioni dove si potesse sbanchettare. Ora come ora continuo a girare come una trottola mentre lavoro al mio primo libro a fumetti, realizzato in coppia con Francesco Catelani, che uscirà l’anno prossimo.

Cosa ti ha spinto a partecipare al Ratatà Festival?

Partecipo perchè i festival come il Ratatà sono i momenti in cui lo spirito del diy si realizza al massimo, ci si incontra, si parla, ci si diverte, si disegna, si bevono le bibite e si scattano le fotine. Fin’ora ho partecipato solo alla terza edizione del Ratatà (nel 2016) e mi divertii molto quindi sono contentissimo di riuscire a esserci quest’anno! Evviva.

Che differenze ci saranno quest’anno rispetto al 2016? 

Le differenze le vedrò quando ci sarò, immagino che il festival sia cresciuto e che partecipino ancora più autori.

Puoi mandarci un saluto per Macerata e per il Ratatà Festival?

Ciao ,siete ganzi/e!

 

Michele Catinari