Fra i molti protagonisti di questa quarta edizione del Ratatà, che si terrà a partire dal 20 aprile fino al 23 aprile, troviamo anche lei: Beatrice “Ponio Lab”. Da abili ficcanaso abbiamo deciso di rivolgerle qualche domanda in modo da farla conoscere anche a voi. Enjoy!
Ecco a voi alcuni lavori di un’artista che esporrà al nostro festival: lei è Beatrice, in arte Ponio Lab e e… a voi scoprire di che cosa si occupa!!
Raccontaci chi sei.
Ciao, mi chiamo Beatrice, ma mi faccio chiamare Ponio Lab. Mi piacciono gli schizzi, le macchie e i colori primari. Sono laureata in Storia dell’arte e ho sempre avuto una grande pressione per la materia.
Come è nata la tua passione per questo lavoro?
Un po’ di tempo fa ho avuto una vera e propria folgorazione nello sfogliare il catalogo di una mostra tenutasi a Milano nel 2012, dal titolo “Contemporary art jewels – ceramica da indossare”. Lì ho visto i lavori di Trinidad Contreras che lavorava la materia con la minuziosità di un microchirurgo, Marta Pachon (scultrice e designer di gioielli) che creava dei veri e propri origami in ceramica, e le sorprendenti policromie di Kim Hee Kyum. Così ho deciso di accostarmi al mondo della ceramica e di utilizzare un’argilla bianca che mi permettesse di rendere al meglio l’effetto cromatico voluto.
Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono il tuo lavoro?
Mi piaceva l’idea di creare delle sculture in miniatura da indossare e in grado di evidenziare la trasversalità della materia. I miei lavori, le mie “strane sfere” come le chiamo io, sono spesso pesanti proprio per accentuare il legame che ci unisce alla terra, indissolubile e ineluttabile; anche l’effetto cromatico che cerco di raggiungere (schizzi, macchie e strane forme geometriche) è il risultato di un forte legame con Madre Terra che si avverte impetuoso nella natura vulcanica. Sono appena tornata da un viaggio magnifico nell’isola di Lanzarote, dove la natura è la protagonista assoluta. Lanzarote è un’isola vulcanica, dove le spiagge sono nere, le montagne sono rosse, il mare è blu e i fiori dei cactus che tappezzano il suolo sono gialli. Nell’isola di Cèsar Marrique (artista poliedrico, pittore, scultore, architetto. ecologista, conservatore del patrimonio artistico) mi sono sentita inondata da una sensazione di pace e benessere, e il messaggio che cerco di dare nei miei gioielli in ceramica (che poi è terra cotta) è proprio questo.
Avevi mai partecipato prima d’ora al Ratatà? Che cosa ti ha spinto a portare il tuo contributo a questo festival?
Avevo già partecipato al Ratatà Festival due anni fa, ma come visitatrice e ho trovato sempre molto fica l’idea di un collettivo di ragazzi che si ‘sbattono’ per far esporre artisti, illustratori, grafici e fumettisti indipendenti, invadendo per 4 giorni le vie del centro di Macerata. Mi piace molto la frase che avete utilizzato nel sito Facebook che cita – Per Ratatà festival fare cultura, vero e proprio artigianato della cooperazione sociale, significa creare un luogo in cui le attività delle singole realtà possano portare alla creazione e all’ampliamento di nuove possibilità e prospettive. Una crescita collettiva e sociale in cui il sapere collettivo si realizza in un evento che non vuole essere fine a se stesso, non una semplice vetrina, ma una spinta per creare contatti e fornire uno spazio di comunicazione tra i diversi operatori nel campo culturale – e questo anno sono fiera di partecipare con voi a questo festival. Non ho altro da aggiungere. Bravi ragazzi continuate così! Yo!
Ringraziamo Beatrice per aver apprezzato particolarmente l’idea che è alla base del nostro Festival e le facciamo un grande in bocca al lupo per questa sua nuova esperienza! Se vi ha incuriosito e volete ammirare di persona le sue creazioni, Beatrice vi aspetta dal 21 al 23 Aprile a Macerata; se invece siete impazienti di scoprire qualcosa in più su di lei, questo è il suo sito Facebook dove potete intanto iniziare a dare una sbirciatina.
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