INTERVISTA: Michiamozeta

Se bisogna fare il nome di un artista che riesce a rappresentare in modo totalmente personale il disagio della gioventù attuale, quello è proprio Zeta. Ma chi è Zeta? Come è nata l’idea di portare avanti un progetto simile?

Zeta nasce proprio da quello, è un soprannome che mi diedero alle superiori per via di un film ma in realtà mi rispecchia, Zeta è l’ultima lettera dell’alfabeto come d’altronde ero io all’appello.
Mi sono sempre sentito un po’ ultimo e quindi mi sono tenuto stretto quel nomignolo.
Vi ringrazio se mi definite come moderno rappresentatore dl disagio , io ve lo giuro… ci provo a fare le cose senza farmi trasportare ma mi porto dentro un immaginario fatto di grottesco e video anni 90 di MTV e forse quello è il principale motivo che mi spinge ad andare avanti, riproporre quel mondo che tanto mi affascinava da piccolo.
Negli anni ho accantonato questo mio progetto personale (ZETA) ma proprio per necessità negli ultimi anni mi sono rimesso in gioco.

Quindi sei un artista molto giovane, non è vero?

Grazie per il molto giovane, diciamo che viaggio per la trentina quindi nulla di preoccupante.

Mi immagino a che tipo di videoclip ti stai riferendo, roba tipo Smells like teen spirit dei Nirvana o Ironic di Alanis Morisette … Ma quali sono gli artisti musicali che ti piacciono di più?

Direi molti, mi piace spiazzare da un genere all’altro. Se rimango sulla scia della nostalgia ti risponderei Massive Attack, Delta V, Prozac +, Subsonica, Morcheeba, Aphex Twin Soad e altri. Al momento mi piace molto Willie Peyote e Dutch Nazari ma seguo anche realtà come Alcest e Snarky Puppy.

Il tuo lavoro consiste principalmente nella realizzazione di disegni e graffiti. C’è qualche altra tecnica che ti piacerebbe utilizzare o che desidereresti applicare in futuro?

Diciamo che vorrei approfondire la poster art e la scultura ma sempre nel rapporto con i graffiti/Street Art che per me sono il medium più potente come impatto e messaggio.
Rimango un affezionato dei marker a china ma mi piacerebbe buttarmi anche sulla pittura ad olio…

Perché hai deciso di partecipare al Ratatà festival?

Perché l’ho sempre visto come un evento imperdibile.
Molti miei colleghi me ne hanno sempre parlato bene e la qualità dei lavori esposti mi è sempre sembrata eccellente.
Insomma, molto più di un semplice festival.

Puoi mandare un saluto per Macerata e il Ratatà?

Ciao ragazzi ci vediamo presto!

 

Michele Catinari