INTERVISTA: Ritardo

Giulia Cellino, in arte Ritardo, è una giovane artista proveniente da Vercelli e ora residente a Bologna. Ha già diverse esperienze alle spalle, come mostre e editoriali, ma vorrei chiederti una semplice domanda: da dove nasce la tua passione per il disegno? C’è qualche artista che ti ha ispirato?

Disegno da quando ero molto piccola, in principio inserendo per esempio la Pimpa (che era il mio personaggio preferito) nelle scenette della mia vita di allora, al mio fianco. All’epoca disegnavo probabilmente per lasciare traccia delle mie fantasie e dei giochi che inventavo, col tempo l’atto della narrazione per immagini è diventata la soluzione a una forte necessità d’espressione, e del raccontare per riuscire a identificarmi. Posso finalmente dire di aver trovato, l’anno scorso e per un breve ma intenso periodo, in Jan Švankmajer un artista di riferimento, per la sua provocatoria maniera di parlare dell’uomo e della vita calandolo in una ossimorica realtà surreale e angosciosamente metaforica, da cui non sembra esserci una via d’uscita. Non posso dire di avere un artista assoluto a cui riferirmi perché semplicemente non mi viene in mente.

Le tue opere si concentrano sulla depressione e la solitudine dei giovani di oggi, scaturendo il più delle volte in soluzioni piuttosto surreali, utilizzando colori caldi e il bianco. C’è molta introspezione in quello che fai? Come nascono le tue idee?

Certo, c’è molta introspezione nei lavori che faccio, ho provato a volte a creare qualcosa senza per forza parlare di me ma è impossibile; credo a un certo livello sia estremamente difficile per qualunque artista. C’è anche molta sospensione ed è proprio lì che credo di trovarmi impigliata, tra domande, oscillazioni tra il senso d’appartenenza a un luogo o una situazione e il repentino totale rigetto degli stessi. tra opposti emotivi e ribaltamenti. le mie idee nascono spesso (troppo spesso?) dal mio vissuto e in maniera più interessante dal non vissuto, da una tensione al raggiungimento di qualcosa che neanche io conosco. come la fine di questa risposta.

Perché hai deciso di partecipare al Ratatà Festival?

Ho deciso di partecipare al Ratatà anche quest’anno perché è speciale, mi piace spostarmi da Bologna e dall’atmosfera che respiro tutti i giorni qui. per la scorsa edizione è partito tutto dalla proposta di fare una mostra, quest’anno ritorno per il Varnelli al miele 🙂 e perché a mio avviso dimostrare col mio piccolo supporto che a Macerata è possibile creare qualcosa di così diametralmente opposto alla direzione che si sta prendendo in questo momento storico è veramente importante.

Puoi mandarci un saluto per Macerata e per il Ratatà?

A presto, semplicemente non vedo l’ora. quello che fate è fondamentale.

 

Michele Catinari