Si definisce come “functional neighbour”. Qual è il suo significato? Chi è Diana Naneva e qual è il suo percorso artistico?
Functional Neighbour è la creatura che disegna mossa da eterna motivazione. Nacque inizialmente come nome quando avevo 17 anni, diventando interamente ossessionata e appassionata diventando “functional” come degna e utile per me stessa e altri, “neighbour” per diventare vicina come possibile. Oltre a quello sono nata a Varna, in Bulgaria, iniziando come una entusiasta realizzatrice di incisioni, senza sapere come sarebbero andate in seguito le cose. Tempo fa c’era solo da accettare le preoccupazioni e disegnare. Molte cose non sono cambiate, c’è sempre da accettare le preoccupazioni e disegnare. Alla lunga questo mi ha spinta a fare di più e ad esplorare nuove tecniche di espressione e a raccontare le mie storie. Di recente mi sto immergendo sempre di più nel mondo alquanto esplorato di zines, fumetti e illustrazioni. Negli scorsi anni ho lavorato con diversi fumettisti, poeti, piccole case di produzione e sviluppato persistenza e determinazione sia per progetti a lungo termine che a breve, anche lavori di gruppo e personali. Recentemente ho pubblicato in maniera indipendente 3 libri. Il primo si intitolava “Stagione di Fuga” (“Escape Season” in originale) che nel 2014 divenne una antologia di fumetti brevi uniti alla poesia con arte sequenziale. La seconda, dal titolo “Rimpianti e ricreazioni” (“Regrets and Recreations” in originale), venne pubblicata nel 2016. Era un onesto racconto breve narrato in 32 illustrazioni con molti rimpianti e fuoco blu. Il terzo è il mio nuovo artbook appena finito dal titolo “Anno di rami” (“Year of Brances” in originale), che contiene molti dei miei lavori realizzati sulla strada e durante i miei viaggi del 2017, traendo ispirazione dalle situazioni più controverse o strane o amorevoli o orrorifiche (o forse tutte le cose insieme). E sono cose che mi porto con me qui a Ratatà…
Mi piace il tuo modo disegnare. Chi sono i tuoi modelli di ispirazione?
Le mie ispirazioni vengono in genere da situazioni di vita reale, relazioni e conversazioni. Mi piace scovare segni nascosti e simboli in ciò che mi circonda. Ogni volta che arriva al lavoro personale è sempre divertente descrivere una emozione o un sentimento senza il bisogno dell’auto – censura. Di solito è più facile per me tenere un diario visuale e qualche volta illustrare le mie stesse opinioni su determinate situazioni. Non credo di avere lo stesso potere e la stessa libertà utilizzando le parole. Venendo allo stile in sé, ciò che mi ha influenzato nei lavori passati sono stati i disegni di Em Partridge, Aleksandra Waliszewska, Francesco Dossena, Anastasia Kim(Phobs) ecc. Rimango ancora sempre più impressionata anche da artisti miei compagni e artisti locali.
Perché hai deciso di partecipare al Ratatà festival?
Mi piace l’idea e il concept del festival. Ho trovato che sia una interessante opportunità per incontrare nuove persone, artisti, stili e modi di lavorare. Non sono andata ancora a così tante fiere del genere , ma sono sempre interessata nello scoprire nuovi punti di vista. presentare i miei lavori, vedere l lavoro di altre persone, farsi ispirare … Forse tutta la solita roba.
Puoi mandare un saluto per Macerata e il Ratatà?
Macerata and Ratata, entrambe siete realtà di cui non ho avuto ancora esperienza né esplorato, perciò il meglio deve ancora venire, no?
Michele Catinari