È alquanto strano che, in un festival dedicato al fumetto e all’illustrazione, compaia una redazione che pubblica recensioni, per lo più di serie tv e videogame. Che cosa bolle in pentola? Che progetti avete in mente?
Abbiamo deciso di abbracciare in un certo senso la contemporaneità tutta, nelle sue varie sfaccettature: dalla musica ai videogame, dalle serie tv al cinema, ma sempre rimanendo a contatto con la realtà, in mezzo alla gente. La Caduta è una famiglia sparsa da Fabriano a Macerata e in su (quando arriveremo al Sud ci trasferiremo tutti lì); ci sono alcuni di noi fuorisede a Bologna, Torino e Milano, altri autoctoni e stiamo già ampliando il raggio d’azione, o almeno ci proviamo. Per esempio con LCEnterprise, presentata proprio al Ratatà 2017, che è un ramo della rivista dedicata alla pubblicazione di racconti sci-fi con illustrazioni di artisti marchigiani e non solo. Per esempio con MxM, un free press che gira a Milano e racconta la musica che nasce e si muove nella metropoli; dopo due numeri, il progetto per ora sta sfociando in un festival musicale previsto per il 20 aprile al circolo Serraglio.
Ho letto alcuni vostri articoli e mi sono piaciuti. Ho visto anche che vi è una sezione dedicata ai racconti in cui vi è solamente Storie cosmonautiche #0. Immagino sia l’inizio di una nuova saga che continuerà a lungo andare. Ma quello che volevo chiedervi è: come mai nasce La caduta? Che cosa vi differenzia dagli altri siti?
La nostra rivista a ottobre di quest’anno compie 5 anni. Dal 2013 sono cambiate molte cose, ma l’idea di fondo di cercare di conoscere e di entrare in contatto con le tante realtà indipendenti, fuori da certi schemi, è sempre stato per noi un punto fisso. In quell’anno in cui siamo stati fermi abbiamo cercato di ricalibrarci su cosa voler raccontare e come volerlo fare. Abbiamo optato per lo spazio, cioè il volume delle cose, il loro spessore; lo spazio infinito, ciò che non si conosce. Storie Cosmonautiche è appena nata, questo è il #0 e ci stiamo lavorando su. Cerchiamo di interrogarci (e confrontarci) con la fantascienza per raccontare ciò che abbiamo intorno, che poi è quello che cerchiamo di fare anche con la rivista, quando c’è da parlare delle stranezze, di certe crepe del contemporaneo… di meme e di bandiere del Kekistan, di Filthy Frank e di Capobastone, oppure di Mark Fisher.
Perché avete deciso di partecipare al Ratatà Festival?
Essendo lo zoccolo duro tutto disperso ma abbastanza diligente ed essendo la rivista anche un po’ un laboratorio aperto con gente che viene e gente che va, per noi il Ratatà 2017 è stato un modo per incontrarsi, e in alcuni casi rivedersi, tutti, alcuni magari anche per la prima volta. Il festival è stata un’esperienza incredibile, ce la siamo vissuta dalla mattina alla notte, nel fiato di un lungo weekend, e dobbiamo dire che per tanti di noi Macerata negli anni è diventata un posto importante. Quest’anno torniamo molto felici, con un ciclostilato con una nuova serie di racconti sci-fi che riprendono e ampliano il discorso iniziato proprio al festival lo scorso anno. Ad accompagnare, sempre, perché ci teniamo molto, ci saranno una manciata di illustrazioni inedite.
Potete inviarci un saluto per Macerata e per il Ratatà?
Bella MC Macerata, ci divertiremo e staremo bene, speriamo che i tanti brutti ceffi che popolano il famigerato gruppo fb Sei di Macerata se… si ricredano e diventino bravi e magari vengano a trovare tutti noi e a gioire di questo Ratatà e dei loro begli organizzatori, della bellezza che creano per questa città ogni anno. Una lacrima sul viso. Chi non viene al Ratatà 2018 è uno Speranzotti! Un saluto ad Accorretti, con cui dividiamo il banchetto: ci vediamo da giovedì 12 aprile.
Michele Catinari