Fabio Casaccia, tu sei uno studente dell’Accademia di Belle Arti di Macerata proveniente da Ancona. Affermi che nella vita di un illustratore risulta essere molto importante “la sconfinata curiosità di un bambino, applicata in tutti i campi della conoscenza e della manualità”. Ti diverti a cercare nuove ispirazioni da diversi media, strumenti e stili. Cosa ti colpisce maggiormente e quali sono le tecniche o gli strumenti che ti stimolano maggiormente?
Affermo senza dubbio che la curiosità, come per ogni creatore, è il presupposto di partenza per un elaborato che non sia solo fisico, ma che trasmetta emozioni, che faccia riflettere. Senza di esso non si potrebbe tendere a nuove strade artistiche, ma soprattutto mentali: di fatti la propensione verso il diverso o il nuovo è un fenomeno culturale, sociale e psicologico molto importante per non rimanere ingabbiati nei proprio stereotipi. Questo vale anche per una persona che non fabbrichi arte, ma nel mio caso, sicuramente la comprensione dell’altro è necessaria per interfacciarsi al meglio con il proprio pubblico. La chiave del mio operato è la poliedricità, non mi stanco mai di usufruire di tutti i mezzi a mia disposizione, dalle diverse tecniche ai diversi stili illustrativi, dal fumetto alla fotografia, dalla pittura/fotomontaggio digitale alla monotipia. Nella mia ricerca mi trovo scisso tra delle immagini forti, crude, grottesche e cupe a certe decisamente più posate, delicate, lievi e spesso scherzose. Uno degli strumenti che più mi soddisfa è l’acrilico, il quale mi consente di esprimermi in modi sempre diversi; ultimamente sto spostando spesso la mia attenzione sulla composizione digitale.
Ti interessa anche la narrazione di piccole storie, che siano su più vignette o su una soltanto, mostrando una maggiore attenzione ai volti e alle espressioni che vuoi trasmettere. Da cosa trai ispirazione per questi racconti?
La mia ricerca personale risale inconsciamente nel fumetto e nell’animazione, che sin dalla tenera età rimiravo con stupore, poi ho scoperto la calcografia e la xilografia, la pittura, la fotografia, la grafica. Tutto ciò può essere racchiuso nel sommo termine di illustrazione, dove posso realmente nuotare dentro un mare di suggestioni. Per quanto mi riguarda il fumetto e quest’ultima sono strettamente collegate; dunque ora, quando penso a una nuova storia/progetto, si apre un ventaglio di possibilità sconfinato, che ovviamente andrà via via assottigliandosi per meglio adattarsi alle esigenze del nuovo lavoro. Mi piace molto gettarmi nel character design, grazie alla mia passione per l’animazione, perchè una singola posa o mimica può davvero rapire il lettore e farlo immedesimare in chi ho disegnato. Per quanto riguarda l’ispirazione, la vita è di grande spunto per me, ci sono storie e personaggi che non si trovano nemmeno nei migliori romanzi di avventura, poi basta aggiungere un pizzico di me e il gioco è fatto. La difficoltà sta nell’uniformare tutte le idee per capire il sapore che voglio ottenere da quello che creo.
Ci parli un po’ di questo progetto Trinidad?
Siamo ragazzi che, uniti dalla passione per l’editoria, l’artigianato e il disegno, hanno deciso di coalizzarsi per offrire al pubblico una varietà, seppur concentrata, di prodotti e idee diverse. Il nostro incontro come collettivo deriva dalla necessità di misurarci con un panorama ampio, per meglio soddisfare ogni esigenza e comprendere, in modo mirato, quale progetto si intona meglio ad una determinata tipologia di persona. La nostra ricca offerta spazia dalla calcografia/xilografia al fumetto, dalla fotografia all’accessoriato, dall’illustrazione scientifica a quella underground, dalla legatoria alla pittura su stoffa. Puntiamo a migliorarci sempre di più e stiamo ipotizzando la creazione di un gruppo di sperimentazione stilistica multidisciplinare. Premiamo sulla qualità più che sulla quantità, ma non ci piace prenderci troppo sul serio.
Infine, ti chiediamo di fare un saluto a Macerata e al Ratatà Festival!
Saluto con piacere tutto lo Staff del Ratatà Festival, che si impegna, come baluardo della cultura underground e non, a trasmettere un clima di amicizia, di semplicità, di cordiale tolleranza, di curiosità e di divertimento. Inoltre ringrazio il Comune di Macerata per riuscire, nel suo piccolo, a ospitare un evento di tale portata.
Michele Catinari