Menata è una idea molto interessante, sia per quanto riguarda il nome che per quanto riguarda le vignette disegnate. Dietro tutto questo però c’è un volto e il suo nome è Andrea Cacucciolo. Quale è la tua formazione artistica? Quando e come nasce MENATA?
Andrea Cacucciolo nasce a Bari nel 1997, Menata nasce da una sua costola nel 2015 circa. Avevo bisogno di uno spazio in cui raccogliere ed archiviare le vignette che da poco avevo cominciato a disegnare durante le ore più noiose degli ultimi anni del Liceo (Classico “Socrate”, di Bari) in un luogo in cui potessero essere visibili sia a me che a chiunque altro, così nacque la pagina facebook Menata, che è diventata anche la mia firma (abbreviata in A.Men., in modo tale che ogni lavoro risulti come una sorta di “preghiera”). Una paginetta senza pretese di successo in un social pieno zeppo di prodotti simili, dove però ho potuto ascoltare i pareri dei miei amici o di coloro (pochi ma buoni) che se ne sono interessati, oppure osservare ordinatamente i miei lavori in successione, e sulla base di ciò che era già stato fatto, sperimentare cose nuove, creare storie (come “Confessioni al telefono”) o serie di lavori accomunati dallo stesso tema (come le “Carte Altrovetane”). Attualmente studio arti figurative e cinema al Dams di Bologna alternando da autodidatta la pratica alla teoria.
Molti dei tuoi disegni sembrano voler ritrarre la vita quotidiana. Quali sono le cose che in generale ti colpiscono di più e ti portano a fare uno schizzo?
Sicuramente la vita quotidiana è lo spunto principale da cui nascono i miei disegni : un’insieme di azioni ricorrenti, abitudini quasi vuote di senso che bramano di essere manipolate, riempite di significati analogici e simbolici. Sto lavorando affinché la vita entri sempre di più in ciò che realizzo, ovvero sto cercando di affinare sempre di più il mezzo che ho deciso di utilizzare affinché risulti il più adatto ad esprimere la mia “quotidianità”, il mio modo di sentire la vita. Da un po’ di tempo ormai ho preso a scarabocchiare con la Bic ciò che ho davanti ogni giorno su una agendina, colorando con pennarelli o Photoshop : gente attorno al tavolo di un bar che fa colazione alle 12.00 fumando una sigaretta, i miei amici che si passano uno spinello motteggiando tra un impegno e l’altro, Giulia con la sua espressione fuoricampo mentre aspettiamo del cibo, Pino o Vito che mi parlano di Aristotele o Lynch, Gianco che balla la musica da lui stesso prodotta, bambini e ragazzi che giocano o donne che prendono il sole sdraiate sul cemento di un parchetto. Ma sto anche lavorando in modo tale da organizzare tutti questi dati in una o più narrazioni lunghe.
Perché hai deciso di partecipare al Ratatà festival?
Partecipo al Ratatà perché mi sento ancora troppo esterno rispetto al “mondo del fumetto”! E’ arrivata l’ora di uscire dall’ambiente sicuro della mia camera. C’è bisogno di frequentare ambienti floridi e gente appassionata per trovare l’ispirazione e la forza per continuare a fare questo lavoro bellissimo (e difficile).
Puoi mandare un saluto per Macerata e il Ratatà?
Se devo fare un disegno lo faccio, se no…- Ci vediàmomo prèstoto, Ratatà !
Michele Catinari